venerdì 25 novembre 2011

Il Pdl sull'affaire Rossini-Cgil


L’intervento a gamba tesa della CGIL sulla questione dell’incontro avvenuto fra i dipendenti di Gesenu ed un candidato alle elezioni primarie del centrosinistra è non solo inopportuno, ma anche figlio di una cultura sindacale più legata al rapporto con la politica e i politici che con i lavoratori. Un sindacato che si definisse tale, di fronte ai dubbi espressi in un’interrogazione da due gruppi consiliari e da un consigliere regionale, avrebbe quantomeno dovuto verificare l’attendibilità o meno di tali fatti rilevati, verificare se vi sono, nell’azienda, dirigenti che nello svolgimento delle proprie funzioni abusano del proprio potere per fini elettorali e propagandistici, e solo infine intervenire sulla vicenda. La repentina presa di posizione, invece, sembra volta più ad una difesa d’ufficio che alla reale attenzione dovuta nei confronti dei dipendenti. Il quadro che sta emergendo è chiaramente quello di un incontro politico fra i lavoratori ed un candidato ad elezioni, che, per chiarezza, rappresentano una competizione interna ad uno schieramento politico. E’ quanto mai surreale, pertanto, che rispetto ad una campagna elettorale non ufficiale, si organizzino iniziative di tale fattura. Tutto ciò rientra in una cultura, quella della sinistra, dove il confine fra pubblico e privato, fra pubblico e politica, svanisce di fronte all’interesse di parte e di partito. Il Pdl intende continuare l’azione di controllo e vigilanza su atti e attività figlie di un modo di fare politica vetusto ed inaccettabile, convinto che ognuno debba sentirsi libero di esprimere il proprio consenso ed il proprio dissenso a prescindere dalle proprie idee politiche, e senza condizionamenti, proprio nel rispetto di quell’articolo Dello Statuto dei Lavoratori, inopportunamente citato dalla Cigl.

PDL TODI

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