giovedì 6 aprile 2023

Dio, se esiste, non gioca a dadi con l'universo

 


' Dio non gioca a dadi con l'universo'. É questa, la nota frase di Albert Einstein, attraverso la quale, lo scienziato, sul piano metaforico, intendeva comunicarci che  il cosmo, tutto, ha in sè, nell'immanenza della propria sostanza, un ordine, organizzato per mezzo di leggi e costanti matematiche precise, determinate, necessarie al funzionamento dello stesso, e atte al perenne equilibrio in ogni sua parte.


Leggi, talmente dettagliate e funzionali all'armonia della realtá tutta, che, secondo Einstein, dovrebbe indurci a pensare che dietro il  'velo di maya' della realtá, fenomenologicamente intesa (cioè, la realtá osservata e pensata come manifestazione dinamica, e materiale, per mezzo della quale tutto si modifica e nulla si distrugge), si celi un'intelligenza causale, prestabilita, dalla quale,  quelle stesse leggi, emergono, al fine di ordinare e garantire, armonicamente, l'intero universo: in tutte le sue infinite e infinitesime manifestazioni, possibili, di realtá fenomenica.


Se dietro ogni cosa osservabile, o non,  si 'nasconde' una legge armonica, che funge ad un preciso scopo, teso all'equilibrio del tutto, allora, secondo il fisico della relativitá, anche dietro talune leggi 'intelligenti' (in quanto possiedono, a priori, determinate caratteristiche funzionali ad un obiettivo) deve esserci qualcosa di 'altrettanto intelligente': e questo, per Einstein, non può che non essere Dio stesso.


Dunque, 'Dio non gioca a dadi con l'universo':ma ordina e determina lo stesso, per mezzo di costanti e leggi armoniche precise.


Einstein, chiaramente, da buon credente, quale era, non poteva non essere convinto del fatto che 'dietro le leggi della realtá' si celasse un'intelligenza, unica, da cui quelle stesse leggi derivano.


É possibile dimostrare che Einstein si sbagliasse e che, in realtá, tali leggi che regolano la totalitá delle cose che sono in noi, o fuori di noi, non derivino da alcunchè, ma sono lí da sempre, e lo saranno per sempre?


La risposta, a mio avviso, è no: come non è possibile dimostrare, chiaramente, nemmeno il contrario.
Questa, in ultimo, è, per forza di cose, un'atto di fede: sia per chi crede, sia per chi non crede.

Roberto De Vivo


Nessun commento:

Posta un commento