“…E mi ricordo chi voleva al potere la fantasia. Erano
giorni di grandi sogni sai, erano vere anche le utopie; ma non ricordo se chi
c'era, aveva queste facce qui: non mi dire che è proprio così, non mi dire che
son quelli lì…”.
Sono proprio queste le parole iniziali del testo musicale “Stupendo”
di Vasco Rossi. Apparsa per la prima volta nel lontano 1993, parallelamente
alla chiusura della vicenda sugli scandali politici riguardante il maxi
processo “Tangentopoli”, il cantante descrive una fotografia in cui s’interroga
se quelle persone che vede in fermo immagine dalla foto , siano davvero le
stesse che, un tempo, credevano in un mondo migliore: più libero, pulito dalla
corruzione.
Dopo alcuni passaggi intermedi in cui il cantante rock
scrive e racconta di sé, del proprio malessere esistenziale presente (di lì a
poco uscirà “Sally”, metafora dello stesso Vasco), torna alla foto, a quei
volti, e scrive: “…però ricordo chi voleva un mondo meglio di così. Sì, proprio
tu che ti fai delle storie, ma dai, cosa vuoi tu più di così? E cosa conta chi
perdeva, le regole sono così! È la vita ed è ora che cresci! Devi prenderla
così!...”.
E’ proprio questo il momento in cui Vasco riporta, prima le
convinzioni passate di chi voleva cambiare il mondo, migliorandolo, poi la loro
attuale ipocrisia, senza vergogna, caratterizzata dall’abbandono totale di quei
sogni e progetti, oramai traditi e lontani.
“…Sì! Stupendo! Mi viene il vomito: è più forte di me!...”
Tutto questo gli procura un senso di nausea e schifo, rispetto a chi, per mero interesse
personale, ha corrotto i propri ideali a
discapito degli altri.
Infine, scrive: “… Non lo so, se sto qui o se ritorno. Se
ritorno…”. Finisce il testo della canzone con un ipotetico ritorno al passato:
un passato ricco di sogni e fantasie. Non è del tutto convinto di questo “ritorno
alle origini” e chiede al suo pubblico immaginario di scegliere per lui.
Un testo di un valore filosofico-politico inestimabile, che
ha tracciato in me una linea indelebile, tanto da rappresentare il mio mantra politico: anch’io
sognavo un mondo migliore, ma non è successo! Un senso di nausea mi assale,
soprattutto nel pensare ad alcune persone che, in vista dei propri scopi, nel
tempo, hanno tradito se stessi e chi credeva in loro.
Roberto De Vivo
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