Il problema delle discariche non conformi e quindi abusive è una questione di grande rilevanza pubblica. Non tutti sanno che le discariche di rifiuti sono dei luoghi dove vengono depositati in modo non selezionato i rifiuti solidi urbani e tutti i rifiuti provenienti dalle attività umane che non si sono voluti o potuti riciclare, inviare al trattamento meccanico-biologico (TMB) eventualmente per produrre energia tramite bio-ossidazione a freddo, gassificare o, in ultima ratio, bruciare ed utilizzare come combustibile negli inceneritori. La normativa italiana col Dlgs. 36/2003 recepisce la direttiva europea 99/31/CE che prevede tre tipologie differenti di discarica:
· discarica
per rifiuti inerti
· discarica
per rifiuti pericolosi (tra cui ceneri e scarti degli inceneritori).
La normativa
definisce anche il piano di sorveglianza e controllo con i necessari parametri
chimici, chimico-fisici, idrogeologici, meteoclimatici e topografici da
determinare periodicamente con una stabilita frequenza delle misurazioni. A
tale proposito l’Ue, non molti mesi fa, ha emanato un provvedimento che
consiste in una lettera di costituzione in mora che rappresenta la prima tappa
della procedura di infrazione al trattato Ue. La seconda è il parere motivato
e, se il paese non si conforma ancora, c’è il ricorso alla corte di giustizia
europea. In particolare della direttiva Ue l’Italia avrebbe violato l’articolo
14, secondo il quale gli stati membri avrebbero preso delle misure per
assicurare che discariche esistenti, quelle cioè a cui è stato concesso un
permesso o che erano già operative al momento della trasposizione della
direttiva del 1999, non avrebbero continuato a operare dopo il 16 luglio 2009,
qualora non fossero ancora conformi con la direttiva europea. Tra le discariche
non conformi ve ne è una anche in Umbria, precisamente a Gualdo Tadino. Ora in
merito al caso in questione chiedo alla regione dell’Umbria e all’assessore
competente se in tale discarica è in atto una bonifica dell’area, ed in caso
affermativo quale sarà la tempistica per concludere tale bonifica, anche perché
stiamo parlando di 9 mila metri quadri di terreno.
Roberto De
Vivo
Coordinatore
Provinciale di FareAmbiente
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