La Regione Umbria si sta apprestando a modificare la legge regionale 23/2003 che attualmente disciplina l'edilizia pubblica: se alcune cose previste nel disegno di legge sono condivisibili, altre sicuramente non possono trovare sostegno. In particolare procedure più snelle per l'assegnazione degli alloggi e il calcolo Isee (capacità economica effettiva del richiedente) per la formazione della graduatoria vanno bene, così come altri accorgimenti nella realizzazione degli appartamenti. Quello che non si comprende è il perché nel disegno della Giunta Regionale si insista per l'introduzione dell'obbligo di equiparare a tutti gli effetti in cittadini Italiani, dell'Unione Europea ed Extracomunitari.
L'attuale normativa, che prevede una
percentuale che deve essere indicata dai Comuni a cui riservare una quota di
alloggi agli extracomunitari e ad altre categorie di tutelabili, risulta più
congrua e rispettosa dei diritti di tutti, nell'osservanza anche del principio
di ragionevolezza che deve guidare il legislatore regionale quando legifera su
materie attinenti al sociale. É di questi giorni la notizia che
la nostra Regione ha un'alta percentuale di stranieri e questo in se non
rappresenta un male, anzi sicuramente nel tempo porterà arricchimento anche
sociale e culturale, tuttavia non dobbiamo far finta che non esista anche un
‘problema’ legato all’aumento di stranieri nelle liste di
attesa per le case popolari.
Naturalmente sono tutte persone che hanno
diritto a poter concorrere, ma senza nessuna corsia preferenziale che può
essere data dalla demagogia dell'accoglienza ad ogni costo. Resta fermo che
all'opposto vanno condannate e combattute derive xenofobe senza troppi sconti. Quindi sì ad una quota di riserva, no all'equiparazione. Una modifica che sarebbe inoltre auspicabile venisse introdotta per l'assegnazione
dei punteggi ai fini della formazione della graduatoria è la storicità
della domanda. In altri termini se una persona da più anni è in graduatoria in
attesa di un alloggio popolare dovrebbe ottenere anche punti in più. Tale
modifica permetterebbe di trovare un equilibrio tra quello che è il principio
di accoglienza, ma anche quello che è un principio di governo dei processi di
integrazione. Voglio infine ricordare che la
politica della casa ha bisogno di essere governata con
grandissima attenzione in quanto strumento di assoluta priorità per i cittadini
italiani che si trovano in situazioni di difficoltà.
Il Vicesindaco
Moreno Primieri
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