La manovra messa in campo dal Governo Monti è del tutto iniqua e ingiusta. Si è aumentata l'iva, l’ICI, si sono diminuite le pensioni, si sono tagliati finanziamenti agli enti locali e si sono aumentate le addizionali Irpef regionali e le addizionali regionali sulla benzina. Insomma chi già pagava prima, paga ancora di più oggi, chi non pagava, continua a non pagare. Questo è il paradosso di questa manovra. Si deve sapere che in Italia, secondo un’analisi fatta dalla Banca D'Italia, il 10% delle famiglie più ricche detiene il 45% della ricchezza prodotta, mentre la metà più povera delle famiglie italiane deteniene solo il 10% della ricchezza. Quindi sussiste una situazione di disuguaglianza sostanziale, cioè economica, sociale tra le più evidenti in Europa. Uno dei problemi principali per l'amministrazione finanziaria e anche per gli istituti di ricerca è capire quanti e chi sono questi ricchi in Italia, perché i dati ufficiali desunti dalla dichiarazione dei redditi divergono parecchio da quelli sui consumi. Cominciamo con i numeri ufficiali.Secondo le dichiarazioni dei redditi 2010, in Italia solamente 394 mila persone hanno dichiarato redditi superiori a 100 mila euro (meno dell'1% dei contribuenti), mentre sono meno di settantadue mila persone quelle che dichiarano di guadagnare più di 200 mila euro. In generale solo il 13% dei contribuenti dichiara redditi oltre i trentacinque mila euro, mentre sono oltre dieci milioni di contribuenti a zero Irpef. Tutto questo può essere spiegato con un termine che va molto di moda oggi, l'evasione fiscale. In Italia, secondo il sole 24 ore, l'evasione fiscale nel 2010 è cresciuta del 46% rispetto all'anno precedente, cioè gli italiani, io direi alcuni italiani, non hanno dichiarato al fisco nel 2010 redditi per 49.2 miliardi di euro. Oltre alla grande evasione fiscale che cresce sempre più, in Italia abbiamo un numero esorbitante di dirigenti pubblici, circa 45.000 dirigenti di prima e seconda fascia. Ogni dirigente pubblico percepisce in media 100.000 euro l'anno circa. Per non parlare dei dipendenti pubblici, i cui stipendi sono a carico sempre dello stato. Passiamo ora alla nostra classe politica . Prima di affrontare un’analisi circa gli stipendi dei nostri politici, vorrei affrontare il grande tema riguardo il numero dei politici stessi. Il nostro Parlamento ha due camere, all’interno delle quali ci sono circa 945 deputati e senatori più i senatori a vita. Le due camere svolgono il medesimo lavoro, cioè non vi è alcuna differenza operativa fra i parlamentari dell’una e dell’altra camera; infatti vi è un bicameralismo perfetto. Ora, se in Italia abbiamo regioni, comuni e province, con relativi consigli e giunte, perché bisogna tenere in piedi un parlamento con due camere che hanno le stesse funzioni? Perché non eliminare una camera o diminuire il numero di parlamentari, almeno la metà? Queste sono prime riflessioni, ma andiamo avanti. Si guadagna di più a fare il presidente della provincia autonoma di Bolzano, che a fare il cancelliere tedesco. A mettere a confronto le due buste paga fu il quotidiano di Bolzano in lingua tedesca Tageszeitung, che in un pezzo dal titolo «Poveri tedeschi», che risale al 2008, fece un ironico confronto tra le indennità dei politici altoatesini e quelle delle massime cariche istituzionali in Germania. Ora secondo quest’articolo, che ripeto risale al 2008, il governatore della provincia autonoma di Bolzano (una delle due parti che costituiscono la regione Trentino-Alto Adige) percepiva 25.600 euro al mese, contro i 19.300 di Angela Merkel. La vicepresidente della giunta provinciale con 24.300 euro era invece nettamente più “ricca” del ministro degli esteri tedesco Frank Steinmeier (12.800). Il ministro della Sanità in Germania ebbe poi un’indennità di 16.300 euro, mentre l’assessore altoatesino alla Sanità incassava 22.900 euro. Addirittura il presidente della Repubblica con 16.583 euro fu superato di qualche centinaio di euro persino dalla vicepresidente del consiglio provinciale di Bolzano. Ora, non solo Bolzano, ma molte altre realtà italiane vivono in questo paradosso, confrontate con realtà europee. In conclusione vorrei soltanto affermare che Monti poteva risparmiarsi una manovra del genere e colpire invece questa serie di paradossi:1. Evasione fiscale tra le più alte in Europa2. Capitali all’estero3. Numero molto alto di dirigenti e dipendenti pubblici4. Numero molto alto di deputati e senatori5. Stipendi molto alti dei nostri politici, rispetto a quelli europei6. Regioni a statuto specialeRoberto De Vivo
martedì 3 gennaio 2012
La non manovra di Monti
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