Assurda ed immotivata: questa la nostra opinione a fronte del vincolo imposto dalla Soprintendenza sull’area di Porchiano. Per tutelare i pochi resti di una villa rustica romana, come tante ne emergono nel nostro territorio e nell’Italia, si blocca un’opera significativa come il depuratore. I beni culturali e paesaggistici vanno certamente tutelati, ma bisogna anche mostrare buon senso e ci deve essere una proporzione tra il valore del bene da tutelare e le conseguenze che da questa tutela ne derivano; con un provvedimento di tal fatta continuerà l’inquinamento del Tevere a danno della sua flora e della sua fauna, si comprometterà l’ambiente in cui viviamo noi e i nostri figli, si continueranno a pagare in bolletta i maggiori costi sostenuti da Umbra Acque per la progettazione del depuratore, ora resa vana, ma anche a perdere i finanziamenti per la realizzazione dell’opera e subire le sanzioni per l’infrazione alle regole comunitarie in materia di scarichi, finendo per essere trattati come colpevoli di infrazioni di leggi comunitarie a livello europeo. Quando tutti i problemi e le criticità sollevate erano ormai risolte ecco che è arrivato inopportuno il provvedimento della soprintendenza a ribaltare la situazione, con motivazioni che appaiono poco convincenti. Non convincono perché se il sito fosse veramente così prezioso a quest’ora si sarebbe dovuto scavare celermente per renderlo visitabile e valorizzare il patrimonio culturale del territorio; sappiamo bene invece che ciò non avverrà e che il sito verrà lasciato nel dimenticatoio addossando le responsabilità ai tagli di fondi del governo di turno. Non convince il provvedimento, inoltre, perché tanto scrupolo e solerzia non si è mai vista a Todi se non in questi ultimi quattro anni; ci si chiede infatti come ci sia stata tanta clemenza in passato come ad esempio, una per tutte, per la necropoli sotto l’ex-elaiopolio in zona scuola media Cocchi. La scelta del sito di Porchiano, per costruire un depuratore quattro volte più piccolo di quello pensato nel 2006 per Montemolino, era stata una scelta autonoma di natura tecnica ad opera di Umbra Acque con il coordinamento della precedente Giunta Regionale e in questo modo si fa perdere una grande opportunità alla nostra città. Per chi pensasse di tornare alla soluzione di Piandiporto vorrei ricordare che il nome stesso della frazione si riferisce al porto che, fin dal tempo dei romani, qui era stato costruito sulla sponda del Tevere all’epoca navigabile e che fu poi distrutto da una grande inondazione nel 1150; vorrei ricordare che la vallata di Piandiporto è visibile a 360 gradi da grandissima parte del territorio tuderte, dal colle stesso della città e da ultimo anche dalla E45; vorrei ricordare inoltre che stiamo parlando della zona più densamente popolata del nostro comune. Una soluzione, quindi, che per valori storici, archeologici, paesaggistici e demografici non può essere preferita a quella di Porchiano. Purtroppo sorge il dubbio che simili provvedimenti di autorità a livello regionale siano l’esito di massicce pressioni da parte di chi voleva ostacolare l’opera; se ci sarà qualcuno che pensa di avere vinto, sicuramente si sappia che a perdere è la città di Todi, il suo territorio ed i suoi abitanti.
Mario Ciani
Assessore al Bilancio
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