giovedì 24 novembre 2011

Per l'Italia



Il Consigliere Comunale di minoranza, del Partito Democratico, Getullio Petrini, utilizza dati, relativi alla storia del debito pubblico italiano, che mi trovano in totale disaccordo. Ricordo, al Consigliere Petrini, che nel 2000, il debito pubblico italiano era al 109.2%, e che il Governo Berlusconi lo portò, nel 2005, al 105.9%, con un calo che supera il 3%. Quindi di che cosa stiamo parlando? Le polemiche strumentali non mi sono mai piaciute. Fatta questa premessa fondamentale voglio anche sottolineare altri fattori negativi che determinarono il fallimento del secondo Governo D'alema che subentrò, ricordo, a seguito del fallimento del Governo Prodi. Fallimento su fallimento, il Governo D'alema entrò in scena il 21 ottobre del 1998, per concludersi il 25 aprile del 2000. In quel perieodo, più precisamente nel 1999, la disoccupazione giovanile toccò quota +31.1%, a fronte del +29% di oggi. Inoltre bisogna sottolineare che lo scenario italiano del 1999 era ben diverso da quello di oggi. L'Italia, insieme a tutta l'Europa e al mondo, stà vivendo una crisi che ha messo in ginocchio molte nazioni europee, tra cui la Spagna e la Grecia. Nel 1998, durante il Governo Prodi, nella grande industria, con oltre 500 dipendenti, si sono avuti 14.000 occupati in meno. La Fiat fù costretta, a causa di pochi incentivi statali, a mettere in cassa integrazione 81.000 operai durante le feste natalizie. Concludo con un'ultima puntualizzazione, sottolineando il fatto che oggi l'Italia è una delle nazioni europee che ha il tasso di disoccupazione, rispetto alla media europea, fra i più bassi d'Europa; il suo debito privato è un vanto anche rispetto a nazioni come la Germania e la Francia. Parlare di debito privato più basso, significa parlare di patrimonio, delle famiglie italiane, fra i più alti d'Europa. Questo è un vanto che possiamo permetterci solo noi italiani.

Roberto De Vivo

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