E’ in atto
un cambiamento cui l’uomo dedicherà pagine di storia importanti. Trump, neo
presidente americano, ha inaugurato la fine di un’epoca storica, tra le più alte
e potenti al mondo, qual è stata la globalizzazione: processo economico per il
quale mercati, produzioni, consumi e anche modi di vivere e di pensare erano
connessi su scala mondiale, grazie ad un continuo flusso di scambi
interdipendenti, tesi all’unificazione. L’omologazione, principio fondante dell’era
globale, sta per lasciare spazio a qualcosa di nuovo. E’ un’America, questa, completamente diversa,
ermetica, chiusa nei propri confini economici e culturali: voli aerei limitati
a pochissimi stati fuori confine, controlli a tappeto sull’intero territorio
federale, dogane, rapporti politici internazionali ridotti ai minimi storici e
una politica protezionistica talmente intensa da riuscire a incidere
negativamente anche rispetto al nostro export “made in italy”. Contemporaneamente,
In Francia, i partiti tradizionali non riescono a superare il primo turno elettorale:
la politica è tornata a parlare con le persone e ad affrontare i problemi
reali, non costruiti strategicamente dall’alto, da strutture partitiche gerarchiche.
In Italia? Siamo ancora ancorati e prigionieri a strutture di partito coerenti
a logiche personalistiche e di potere. Logiche di una politica appartenente
agli anni 70, quella malsana, di stampo prima repubblica. Riusciremo anche noi
a cambiare e a tornare a essere un grande paese. Di questo sono convinto.
Roberto De
Vivo
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