Il numero di giovani, in Italia, secondo dati Istat 2016, si
riduce sempre di più. Attualmente meno del 25% della popolazione italiana ha
un'età compresa tra 0 e 24anni, una quota che si è dimezzata dal 1926 ad oggi.
E’ una delle percentuali più basse in Europa.
Sei giovani su dieci vivono con i genitori. Il 62,5% dei
giovani tra i 18 e i 34 anni vive ancora con i genitori, con una forte
differenza tra le donne (56,9%) e gli uomini (68%), ma soprattutto una
consistente differenza con la media europea, che si attesta al 48,1%.Il tasso di occupazione giovanile rimane particolarmente basso, al 39,2% contro il 50,3% del 2008. Inoltre "il percorso più tradizionale, in cui alla fine degli studi segue un lavoro permanente, è stato via via sostituito dall'ingresso con lavori a termine. Neanche la laurea salvaguarda particolarmente i giovani, perché il tasso di occupazione di un laureato di 30-34 anni è passato dal 79,5% del 2005 all'attuale 73,7%. E infine tra i giovani il tasso dei sovraistruiti (in possesso di un titolo di studio superiore rispetto al lavoro che fanno) è triplo rispetto a quello degli adulti.
Negli anni la partecipazione politica è decisamente
diminuita. Era molto alta per la generazione "della ricostruzione" e
per quella successiva, mentre per le ultime due generazioni prevale la
partecipazione sociale, che però per i più giovani diventa sempre di più
"social", legata al forte uso delle nuove tecnologie, marcato
soprattutto per i figli di immigrati.
Eppure i giovani imprenditori sono più bravi. Per esempio,
sempre secondo l’Istat, nelle microimprese, che rappresentano oltre il 85%
delle unità produttive italiane, le aziende guidate da imprenditori giovani
hanno aumentato i posti di lavoro più che quelle guidate da imprenditori
anziani.
Insomma, il nostro è un paese straordinario. Un paese
destinato a morire!
Roberto De Vivo
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