mercoledì 1 febbraio 2017

La Politica deve tornare ad essere ciò che era!


I partiti tradizionali sono il risultato, e l’espressione diretta, della nascente Repubblica Italiana. Il 2 giugno del 1946, l’Italia, stremata e logorata dalla guerra, vota a favore della Repubblica. Nascono i partiti così come oggi li conosciamo. Ognuno di loro era manifestazione di un preciso spaccato sociale: c’erano i comunisti, rappresentanti la classe operaia, i socialisti, il movimento sociale italiano, dove confluirono i fascisti, soprattutto quelli delusi dal voto repubblicano, la democrazia cristiana e così via. Ognuno rappresentava una specifica fetta d’Italia. Non vi era alcuna differenza culturale/identitaria tra il politico in parlamento e il cittadino da lui rappresentato. Tale simbiosi (politica-società) cominciò la cosiddetta “parabola discendente” a metà degli anni ottanta, dove il debito pubblico raggiunse numeri da capogiro. Il processo parabolico ebbe fine con “Tangentopoli”. Molti arresti furono eseguiti da quell’inchiesta, capeggiata dal Pm Di Pietro. Tanti i politici indagati tra cui Bettino Craxi. Finì un’era e ne iniziò subito un’altra: l’era del processo ai partiti! Gli italiani cominciarono a distaccarsi dal mondo politico, giacché quest’ultimo li deluse grandemente. Risultato? Oggi chi ancora acquista una tessera è additato come pazzo! I partiti hanno raggiunto il loro apice più alto di nausea e odio da parte di un’Italia che a loro si era affidata. La parola d’ordine è ritornare a essere ciò che si era. La Politica deve tornare da dove era partita: tra la gente!

Roberto De Vivo

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