Da un articolo del "Ilgiornale.it"
"C'è una abissale distanza fra le teorie di chi pensa di poter parlare di fare sicurezza da dietro una scrivania e chi passa le notti in mezzo alla strada", dichiara Franco Maccari, Segretario generale del Coisp. Chi lavora nelle volanti, esce ogni giorno "sapendo che può accadere qualsiasi cosa e che si può morire nel modo più inaspettato". Eppure chi giudica sembra non capirlo. Sembra non comprendere che gli istanti di conflitto con un bandito sono molto più confusi, problematici ed adrenalinici di come appaiano ricostruiti a tavolino. Forse i magistrati dovrebbero trovarsi almeno una volta in quella situazione - è il ragionamento di Lia Staropoli (presidente associazione "ConDivisa") - per capire la drammaticità del momento: "I Carabinieri si trovano quotidianamente esposti a conflitti a fuoco, accoltellamenti e con la stessa frequenza vengono travolti da veicoli in fuga. Possono trovarsi di fronte un killer della ‘ndrangheta, un terrorista o un malvivente armato. Se gli uomini e le donne delle Forze dell’Ordine non possono sparare quando percepiscono il pericolo per la propria vita e per la vita dei cittadini, allora vengano i Giudici a difendere i cittadini da ogni sorta di criminale senza scrupoli e ad arrestare i malviventi". Poi vediamo cosa succede.Perché in fondo poliziotti e carabinieri vorrebbero essere sempre all'altezza delle aspettative. Ma come si ferma un malvivente in fuga dopo 3 rapine e un furto, senza adoperare l'arma? "Dobbiamo farlo con la sola forza del pensiero!", grida ironico il segretario del Coisp. "Con le dotazioni di servizio no, per carità! Altrimenti è eccesso colposo. E se poi un collega finisce scaraventato in un burrone durante una colluttazione con un fuggitivo e muore, chi se ne frega!".
Già, perché alla ferita di Ancona si aggiunge quella di Francesco Pischedda, il poliziotto 29enne morto a Lecco durante l'inseguimento di un bandito. Lui non ha sparato, e ci ha lasciato le penne. Mentre Basconi è vivo, ma con la fedina penale sporca. Un controsenso. "Un fedele servitore dello Stato è stato messo alla gogna per aver fatto il proprio dovere - precisa Maccari -. Si possono scrivere anche fiumi di inchiostro in motivazioni di sentenze che però, di fatto, restano basate su valutazioni che nulla hanno a che fare con la durissima realtà di decisioni prese in mezzo secondo in una notte in cui qualcuno, del quale non conosci le intenzioni, sta forzando un blocco per scappare chissà dove dopo aver fatto chissà cosa, e tutto questo mentre tu sai che hai la responsabilità di impedire che la faccia franca o che, peggio ancora, possa tornare a delinquere".
Perché in fondo, "il nostro dovere di ‘cretini’ in divisa è esattamente questo": catturare i banditi. Ma lavorare a guardie e ladri non è mai stato così difficile. "Girarci dall’altra parte o lasciarlo scappare non ci riesce", conclude amaro il segretario del Coisp. "Pur sapendo, purtroppo, che potrebbe costarci o la vita o l’inferno giudiziario successivo". Voluto da una magistratura mai clemente
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