lunedì 30 luglio 2012

Si al taglio delle Province


E’ inutile. Ogni volta che in Italia si cerca di tagliare e incidere su ciò che da un po’ di tempo a questa parte è chiamata Casta, cioè sulla politica, e quindi anche sul taglio delle province, ecco che si tenta subito di bloccare il tutto e di fare in modo che il taglio sia annullato. La CGIL dell’Umbria ha scritto un documento, pochi giorni fa, riguardante il taglio delle province, riuscendo ad affermare, con un bel giro di parole, che la Provincia di Terni deve essere salvata. Ora, tra le mille cose che questo Governo tecnico ha sbagliato a fare, questa delle province, a mio avviso, è una delle poche fatte bene. Il 6 Luglio è stato pubblicato con urgenza il provvedimento riguardante la revisione della spesa pubblica, con Decreto legge n. 95. Il Decreto contiene “disposizioni urgenti per la riduzione della spesa pubblica a servizi invariati”, quindi anche il taglio delle province, tra cui quella di Terni. Terni, secondo questo decreto, deve essere cancellata giacché non rispetta due parametri fondamentali, che sono dimensione territoriale e popolazione residente. Mantenere in vita due province in una regione piccola come l’Umbria, la cui popolazione residente complessiva non fa il numero della popolazione della sola Città di Napoli, anzi Napoli è circa il doppio, è una cosa veramente impensabile, soprattutto se inquadrata in un momento del genere, dove si fanno tagli sulla Sanità, sulla scuola, sulla cultura e sulle pensioni. Oltre ad essere impensabile è anche e soprattutto ridicola. Spero che la Regione Umbria si opponga alla proposta della CGIL di un possibile riordino territoriale, per far entrare la provincia di Terni nei parametri stabiliti dal decreto. Perché se non fosse cosi, significherebbe prendere in giro non solo i cittadini umbri, che devono continuare a pagare le tasse, per mantenere una struttura che potrebbe benissimo essere cancellata, ma anche il resto dell’Italia. Bisogna cominciare a sfoltire l’architettura statale, solo cosi possiamo inaugurare una politica nuova, più snella, dinamica ed efficiente.

Roberto De Vivo

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